il tuo primo lavoro

Osserva, Ascolta e Impara

By Ottobre 4, 2019Ottobre 12th, 2019No Comments

Ragionando sull’incipit di questo post, non riesco a togliermi dalla testa una canzone del cartone Disney Hercules. Quella che canta Phil ad Hercules quando questi gli chiede di prenderlo come allievo.

Iniziava così: “e così vuoi diventare un mito, un eroe… ho già avuto tanti idioti in prova proprio come te…”

Ecco te la linko qui:

Dacci un occhio, non foss’altro perché è divertente 😉

La canzone mi torna in mente perché quello è in qualche modo l’inizio della carriera del semidio: il giovane Hercules arriva da Philottete pieno di ambizioni, speranze, desiderii. Vuole diventare un eroe. Immagina un percorso tutto in ascesa verso l’Olimpo (in senso letterale, va be’ non ti spiego tutta la trama se no divaghiamo).

Ecco, tutte queste belle intenzioni si infrangono contro la disillusione e il carattere scontroso di Phil. Poi i due cominciano a conoscersi e nasce fra loro un proficuo rapporto, una relazione (tieni a mente questo termine perché ci torneremo). L’allenatore capisce che il ragazzo fa sul serio e il ragazzo capisce che se vuole tornare da suo padre Zeus nell’Olimpo dovrà darsi da fare. Alla fine, spero di non rovinarti la sorpresa, Hercules diventa un eroe quando si disfa della sua idea stereotipata di eroismo e comprende più a fondo che, a detta della Disney almeno:

Un eroe non si misura dalla forza che possiede, ma dalla forza del suo cuore!

Ecco, non spingerei l’analogia troppo lontano, ma di certo quello che succede a un ragazzo quando inizia il suo primo lavoro ha qualche cosa in comune con l’esperienza del giovane Hercules. Ricordo bene quando ho iniziato: avevo una gran voglia di ottenere ed affermarmi, ma allo stesso tempo non sapevo bene cosa fare. Soprattutto non sapevo cosa non fare: la figura del capo e l’interazione con i colleghi coetanei e quelli più anziani; tutti elementi di novità che accrescevano l’incertezza. Poi c’era anche da capire esattamente il lavoro in cosa consistesse e come farlo bene. Chi poteva aiutarmi? Chiedere qualcosa sembrava utile, ma forse mi avrebbe fatto sembrare incompetente e quindi penalizzato.

Per chi come te inizia il suo primo lavoro, ho messo giù quattro consigli basati sulle moderne teorie del comportamento organizzativo e comprovati dalla mia esperienza personale e di tutoring aziendale. Noterai che sono tutti consigli attuabili, cioè cose che puoi fare tu. Sono cioè tutti comportamenti nella tua sfera di influenza ( se non conosci il concetto, puoi approfondirlo in un post che riguarda i problemi coi capi).

Veniamo ai consigli ora:

  • Osserva, ascolta e impara
  • Se non puoi cambiare le regole rispettale
  • Punta sulla relazione
  • Trovati un mentore

In questo primo post della guida ci concentriamo sul primo consiglio, che possiamo considerare il primo anche dal punto di vista cronologico. In questo consiglio sono racchiusi infatti quei comportamenti che dovresti adottare fin dal primissimo giorno in ufficio.

Osserva, ascolta e impara

Quando arrivi nel tuo primo posto di lavoro i due sensi che ti aiuteranno di più saranno l’ascolto e la vista. essere inseriti in un ufficio vuol dire entrare in un ecosistema già in equilibrio, qualcosa che esisteva prima di te. Prima del tuo arrivo si saranno già formate relazioni fra i colleghi, ci saranno stati scontri. Magari all’interno l’ufficio si articolerà in community più piccole, soprattutto se l’ufficio è composto da più di 9-10 persone ( la dimensione generalmente accettata come limite per delle interazioni in piccoli gruppi) o se dislocate su più sedi. Ecco immagina di essere a teatro, immagina che lo spettacolo stia andando in scena ormai da un’ora quando a un certo punto tu prendi e sali sul palco.

Capisci cosa intendo? Lo spettacolo era già in corso, la trama si stava già svolgendo e all’improvviso arrivi tu. In una situazione del genere la probabilità di mettere un piede fuori posto e trasformare il tutto in un fiasco sarà alta, quindi la cosa migliore da fare è salire sul palco con prudenza, osservare, ascoltare e imparare.

Osserva e ascolta

Il primo punto è osservare ed ascoltare. Cerca in particolare di approfondire questi punti ( tranquillo, alla fine del post trovi anche una checklist per aiutarti a tenerli a mente) perché ti aiuteranno a fare le mosse giuste:

📖 la storia del tuo ufficio

Anche gli uffici come molte cose nel mondo hanno un inizio ed una fine. La cosa è interessante perché a seconda della fase di vita, diversi saranno i comportamenti dei suoi componenti fra di loro e nei tuoi confronti. Inoltre capire se il tuo è un ufficio giovane e con grandi prospettive di crescita piuttosto che un ufficio marginale all’interno dell’azienda sarà importante anche per capire quanto valga la pena rimanerci. Quindi cerca di raccogliere con discrezione informazioni su questo elemento, chiedendo ai colleghi e cercando nella intranet aziendale ( se c’è) gli organigrammi della tua funzione. Mi raccomando la discrezione, non vogliamo essere il famoso elefante nella famosa cristalleria, vero?

👨🏻‍💼 lo stile manageriale del tuo capo

Questo è un altro punto cruciale. Che tipo di leader è il tuo capo? Potremmo scrivere a lungo su questo, e in letteratura si trovano diverse teorie per spiegare e caratterizzare i comportamenti dei capi. Ma non so quanto ti interessi e quanto possa servirti, quindi mi limiterò solo a descriverti due possibili estremi:

  • il capo autoritario, che crede molto nel suo potere formale e utilizza principalmente questa leva manageriale per imporre le proprie decisioni. Si aspetta semplicemente che quello che dice venga fatto, perchè lui è il capo e questo gli conferisce una specie di infallibilità, o quanto meno indiscutibilità
  • il capo “partecipativo”: questo è invece il capo che conosce il suo potere formale ma cerca di coinvolgere le persone in tutte le proprie decisioni, condividendo le sue argomentazioni e rimanendo sempre aperto all’opinione degli altri.

Due avvertenze:

  1. molto spesso il tuo capo sarà in un punto intermedio fra i due estremi, anche perchè i due estremi sono veramente estremi.
  2. a volte i capi fingono di essere partecipativi e in realtà sono autoritarii. In questo caso meglio che lo capisci in fretta, così da evitare problemi.

Perchè è importante capire che capo hai davanti? Perché se il nostro solo strumento è un martello, ogni problema assomiglierà a un chiodo da battere

“se il nostro solo strumento è un martello, ogni problema assomiglierà a un chiodo da battere” – Bill Gates

Questo significa che sapere che tipo di capo è il tuo, ti aiuterà a capire che tipo di comportamento si aspetta da te e quali sia il modo migliore di relazionarsi con lui. Come si fa a capirlo? Osservando e ascoltando, ovviamente, se no perché avrei intitolato così il paragrafo?

👫 i ruoli dei tuoi colleghi

Ah, i colleghi… nessuno può raggiungere i propri risultati completamente da solo, è quindi cruciale che tu impari a conoscere bene i tuoi colleghi e ad instaurare con loro una relazione efficace e costruttiva. Parleremo in dettaglio della relazione fra qualche post ( trattando il consiglio punta sulla relazione) per ora quindi limitiamoci a capire il loro ruolo all’interno dell’ufficio. In generale, si distinguono solitamente ruoli funzionali e disfunzionali all’interno di un gruppo, cioè ruoli che agevolano o ostacolano il raggiungimento dell’obiettivo di gruppo e la circolazione delle informazioni al suo interno.

  • esempi di ruoli funzionali:
    • il contributore, propone idee ed accetta quelle degli altri in maniera aperta e costruttiva
    • il coordinatore/facilitatore, è una sorta di organizzatore, aiuta nell’organizzazione dei meeting dal punto di vista logistico e di definizione degli argomenti da trattare
    • il valutatore, in grado di fornire una valutazione attendibile sulle idee del gruppo e su possibili difetti che le caratterizzano, anche rispetto alla realtà nel quale questo è inserito (l’azienda in questo caso).
    • armonizzatore, una sorta di paciere del gruppo, in grado di smussare le differenze fra i membri del gruppo al fine di manterne la coesione
  • esempi di ruoli disfunzionali:
    • aggressore, una membro del team che aggredisce anche verbalmente altri membri o semplicemente le loro idee, definendole ridicole o prive di fondamento. Mira a ridurre la rilevanza degli altri membri nel team
    • oppositore, rifiuta e si oppone ad ogni idea proposta senza però proporre alternative. può provocare il blocco delle attività del team
    • ricercatore d’attenzione, cerca continuamente l’attenzione dei membri del team e cerca di portare il lavoro del gruppo verso i proprii obiettivi

I tuoi colleghi che ruoli hanno? Non capirlo potrebbe esporti a fraintendimenti e incidenti diplomatici in grado di mettere a rischio il tuo percorso di crescita nell’ufficio e in azienda. Quindi di nuovo: osserva e ascolta.

🥶 distribuzione di antipatie/simpatie fra i colleghi

Come sono le relazioni fra i tuoi colleghi? Ci sono dei gruppetti interni e magari in opposizione fra di loro loro? Il tuo capo è stimato dagli altri colleghi? Non è facile fare questo tipo di valutazioni, perché spesso questi elementi vengono dissimulati sotto una parvenza di quieto vivere. Bisogna quindi agire con prudenza, in particolare quando si svolgono attività che coinvolgono più colleghi dell’ufficio. Non vorrai certo essere tu la causa di scoppio della belligeranza?

Avere una comprensione chiara di questi tre aspetti, storia, capo e colleghi ti fornirà una mappa di navigazione ed un senso di maggiore sicurezza: conoscerai le correnti, i porti e gli scogli che popolano le acque promettenti e incerte del tuo primo lavoro.

Impara

Appena approdato al tuo primo lavoro, i tuoi biglietti da visita saranno la tua attitudine e la tua predisposizione. essendo tu una risorsa junior nessuno si aspetterà da te che tu sappia già fare il lavoro per il quale sei stato assunto, ma che tu voglia impararlo sì. In particolare, queste sono le cose alle quali fare attenzione, perché incideranno sulla tua valutazione professionale

🐹 non restare inoperoso

se capita che rimani senza attività (perché magari è in corso la gestione di un’emergenza o perché le attività che ti possono assegnare sono finite) non lasciarti sorprendere a giocare a Candy Crush, piuttosto trovati un testo sulla tua nuova professione o rivedi carte di lavoro su attività precedenti. Anche chiedere di poter affiancare qualcuno di senior per osservare il suo lavoro è una buona idea. Un’annotazione: se ti hanno assegnato ad un tutor o comunque ad un referente, fai presente direttamente a lui diciamo “a quattr’occhi” che sei scarico. In alcune culture aziendali infatti, questo potrebbe mettere in difficoltà il tuo referente, “accusato” di non essere in grado di tenere occupato una sua risorsa. Strano eh? Beh, benvenuti nel mondo del lavoro…

👂 quando ti spiegano qualcosa, ascolta prima di dire la tua

quelli che stanno in ufficio da prima di te sanno sicuramente cose che non sai. forse tu sei fresco di studii e conosci gli ultimi sviluppi accademici, ma fra accademia e pratica professionale c’è sempre uno spazio da colmare, a volte un abisso. I tuoi colleghi possono permetterti di colmarlo più rapidamente. Poche cose possono penalizzarti di più che passare per un borioso neo-diplomato/laureato convinto di saper già fare tutto. piuttosto assumi l’atteggiamento della spugna e cerca di imparare da chiunque. Questo imprimerà una accelerazione vorticosa alla tua curva di crescita.

🥵 quando ti dicono che hai sbagliato, capisci il perché e ricordatelo

Non c’è niente di peggio che far notare un errore ad un nuovo ingresso e trovarsi davanti un “negatore seriale”: “no ma io intendevo” “no ma non hai capito” “no ma il gatto mi ha detto”… Tutti sbagliamo, soprattutto chi sta appena iniziando a lavorare. Quando ti fanno notare che hai sbagliato, cerca di capire esattamente dove stava l’errore e perché l’hai commesso. Questo è l’unico modo per evitarlo in futuro. Mentre un singolo errore da parte tua verrà tollerato senza problemi, la sua ripetizione nel tempo potrebbe incidere negativamente sulla tua valutazione, soprattutto perché segno di scarsa capacità di apprendimento.

Scarica la Checklist

Per aiutarti a mettere in pratica questo primo consiglio, abbiamo sviluppato una comoda checklist che riepiloga tutti i punti nei quali si articola. Puoi scaricarla seguendo questo link o selezionado l’immagine qui sotto. No, non si paga e non ti chiedo la mail…

Ecco, direi che per ora può bastare, nel prossimo post vedremo invece cosa vuol dire: se non puoi cambiare le regole, rispettale. Iscritivi alla mailing list per essere aggiornato sulla pubblicazione del nuovo post (trovi form al termine dell’articolo).

Alla prossima, e nel frattempo mi raccomando:

Sei d’accordo con quello che hai letto? Fammelo sapere nei commenti e se ritieni che possa servire a qualche tuo conoscente condividilo pure attraverso i canali che trovi su questa pagina (sì certo che te lo dico per farlo diventare virale, ma tu condividilo solo se a te è servito e pensi possa servire a chi conosci).

bibliografia minima

I post di SmoothJob sono basati sulle solide fondamenta della ricerca in materia di Comportamento organizzativo e management, oltre che sull’esperienza vissuta di quanti vi partecipano. Per questo al termine di ogni post inseriamo una breve bibliografia utile per approfondire i temi trattati.

  • Kenneth Benne and Paul Sheats, Functional Roles of Group Members
  • H. Tosi M.Pilati, Comportamento organizzativo, Attori Relazioni Organizzazione Management, ed. Egea

 

Andrea Cirillo

Andrea Cirillo

Senior Audit Quantitative Analyst in Intesa Sanpaolo, Andrea ha coltivato fin dagli studi universitari l’interesse per i temi del comportamento organizzativo. In seguito ha ottenuto una certificazione internazionale in consulenza manageriale e controllo interno presso l’International Institute of Internal Audit e la specializzazione in Organizational behaviour presso la Macquarie University.

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